08 febbraio 2014

"Made in Italy secondo solo alla Coca Cola!" - Blog di Roberta Milano


Per chi non conosce il Blog di Roberta Milano sarà una bella scoperta!
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BTO 2013: visione, dati, emozione, azione. Il turismo che vuole farcela.
Posted: 08 Feb 2014 01:18 AM PST
Sono passati due mesi da BTO ma i contenuti erano così tanti e di così alta qualità che continuerò a tornarci ancora per molto, ad esempio ora ripubblicando articolo scritto lo scorso dicembre per CheFuturo! 
Chi conosce la nostra manifestazione sa che è impossibile riassumerla pur sapendo che è impossibile una sintesi oggettiva. Non a caso in molti blog il titolo dei post collegati è stato "il mio BTO". Ne siamo consapoveli. Proporre ai massimi livelli approfondimenti, teorici e pratici, per ogni tema rispondendo ai diversi interessi, era proprio il nostro obiettivo secondo la formula e l'intuizione vincente di Giancarlo Carniani che sei anni fa inventò questo appuntamento.

#BTO2013: “Perché l’Italia può ripartire grazie al turismo online”

BTO, Buy Tourismo Online, è il più importante evento italiano dedicato a Turismo e Innovazione ma quest’anno ha rappresentato qualcosa di più con la forza del messaggio, ITisYOU poi diventato ITisME, che può essere recepito da altri settori. “Un attimo per lamentarsi, il resto del tempo a costruire” ci ha detto un Oscar Farinetti perfettamente sintonizzato con il mood di crescente ottimismo che aveva preceduto l’evento e contagiato i partecipanti. Si è avvertita, palpabile, una potente energia improvvisamente liberata. Smettere di aspettare inutilmente che altri si facciano carico di una complessità che non ha trovato mai risposte. Il turismo siamo noi.
Durante tutto l’evento mi sono chiesta quanto di Marco Zamperini ci fosse in qualche modo a BTO: non per avergli dedicato la Sala Visioni, non per la cerimonia d’apertura con un doveroso ricordo, ma in quel “non è vero che non sai, non vuoi” che lui diceva alla moglie Paola e che poi Paola ha raccontato, coraggiosamente, a tutti noi.
Quando Riccardo Luna mi ha chiesto un report ho preso tempo: volevo che l’emozione si sedimentasse, volevo poter leggere commenti, tweet e impressioni per fornire una visione più oggettiva. In parte è servito e in parte no. Non riesco ancora a vedere le cose con distacco. Proverò comunque a fare ordine dividendo in una sorta di capitoli ciò che, con 95 incontri e 220 relatori, è impossibile da ordinare.

EMOZIONE
L’emozione, forte e di tutti - organizzatori, speakers e partecipanti - persiste. Non può non essere una dei piani narrativi dell’evento e non per questo, come inizialmente pensavo, si tratta di una diminutio, anzi.
Come scrive Alessandra Farabegoli BTO è stato quest’anno emozionarsi e cantare e piangere grazie all’immenso Gigi Tagliapietra, che nel suo keynote, Io ci sUono, ci ha riportati alla dimensione comune delle vibrazioni e della musica. Cosa c’entra la musica con il turismo? La musica smuove e muove le persone, crea spazi di sintonia tra territori e turisti, la musica è narrazione perché è la lingua più antica e più parlata al mondo. Un intervento, quello di Gigi, dalla duplice valenza: concreta e simbolica. Ha spinto la platea ad usare il nostro immenso patrimonio musicale come pratica utile e produttiva; ma ha parlato di vibrazioni come metafora dell’accoglienza, come capacità di risuonare insieme all’ospite.
“La musica è l'unica arte che evoca la nostalgia per il futuro” (Ned Rorem) e questo è esattamente quanto avvenuto a Firenze. Guardate il video, non ve ne pentirete.

VISIONE
Il turismo pesa per circa il 50% dell’intero e-commerce italiano. Praticamente ovunque il turismo è il principale settore, in valore, del commercio elettronico. Parliamo di soldi, tanti, di un’economia digitale cui l’Italia partecipa solo marginalmente: nella classifica delle prime trenta OTA (Online Trave Agency) europee nessuna è italiana. Il sottosegretario Simonetta Giordani, durante il dibattito su Agenda Digitale e turismo, ha esplicitamente ammesso che i tempi delle istituzioni non sono quelli della Rete e dell’innovazione. Per questo motivo interpreta, realisticamente, il suo ruolo non come attore principale del cambiamento ma vuole misurarsi sulla capacità di creare le condizioni affinché questo gap digitale sia rapidamente colmato. In altre parole, come PA non posso promettervi cosa riuscirò a realizzare in prima persona ma sicuramente creerò le condizioni perché voi, privati, singoli, associazioni o startup,  riusiate ad innovare il turismo in questo paese. Un cambio di prospettiva per nulla scontato e molto apprezzato.
Philip Wolf, il fondatore di PhoCusWright©, massimo ente di ricerca mondiale sul turismo online,  sprona il bel paese al cambiamento: “L’Italia deve smettere di lamentarsi e pensare alla concorrenza. Il marchio Made in Italy è secondo solo alla Coca Cola. L’Italia deve essere più coraggiosa e meno conservatrice, ha tutto per essere competitiva. Ma deve utilizzare le strategie corrette non il politicamente corretto. I paesi che cercano di limitare il rischio hanno pessimi prodotti. Se fai tanta innovazione avrai anche buoni prodotti. È un passaggio culturale”.
Expo 2015 , il legame tra enogastronomia e viaggio, è stato un altro tema importante. Secondo la ricerca di Episteme i dati non sono di immediata lettura: cresce il turismo enogastronomico (+21% in tre anni) ma esiste una diminuzione del valore attribuito alla qualità. Il cibo catalizza gli interessi degli italiani perché intercetta tutti i fenomeni emergenti dal punto di vista socioculturale ma non basta bearsi per i prodotti di eccellenza, l'eccellenza va trasformata in narrazioni e la tradizione deve incontrare l'innovazione. A simili conclusioni giunge Paolo Iabichino (Ogilvy) pur parlando di altro argomento, di comunicazione turistica. Ci riporta indietro, al Gran Tour, per capire come andare avanti. Che cosa cercavano Stendhal o Goethe in Italia? Cultura, Bellezza, Piacere, Emozioni. Per riportare l'Italia all'eccellenza da qui dobbiamo partire o ripartire. Oggi lo chiamiamo storytelling ma abbiamo sempre raccontato emozioni. La bellezza, conclude Paolo, è sì un diritto, ma è anche un dovere di tutti. Dobbiamo tornare a “raccontare questo paese come accidenti merita".

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